mercoledì 24 ottobre 2007

Slant Magazine: Blackout Review

"Non mi sono sentito a disagio a recensire un album finoa quando non toccò ad "America's Sweetheart", il CD di un'artista che credevo venisse dimenticato massimo dopo 6 mesi dall'uscita dell'album.
Britney Spears, che potrebbe rivendicare il titolo del suo album con un pò meno ironia, non è diventata ancora una figura tragica, ma l'ultima trovata della parrucca rosa ha fatto alzare bandiera rossa per quanto riguarda il suo stato mentale. I suoi pubblici drammi personali e legali le hanno fatto guadagnare un immenso sostegno e tanti auguri per il futuro. Non è che la musica sia rivelatrice (ci sono i soliti ritmi battenti e voci sussurranti: ciò che uno si aspetta da Britney), ma è ciò che manca (dalla tracklist, ai video musicali, alle performance) che illumina.
Nelle settimane che hanno preceduto l'uscita di Blackout, il più delle canzoni, con altre canzoni non presenti nell'album, sono uscite in rete. Due delle canzoni rubate, le espressive, autobiografiche ballad "Let Go" e "Baby Boy", iniziano con una voce calda, piena di espressione ed emozione che a primo impatto è irriconoscibile rispetto alla vocina della ragazzina del Mickey Mouse Club. Non sarà Christina Aguilera, ma è molto simile. Queste demo non si limitano ad umanizzare Britney, ma danno atto alle potenzialità vocali e di autore che Britney possiede, e la sua decisione di buttarle nel cestino per lasciare spazio a canzoni che evidenziano la sua caricatura di mastica chewing-gum dalla voce all'elio che fa strip di continuo è da mettere in dubbio. E' un lato di Britney che abbiamo già sentito, mentre l'altro per ragioni non conosciute, ha deciso di nascondere sotto questa Britney conosciuta mal fabbricata. VOTO dell'album: 3 stelle su 5".




tnk BreatheonBritney

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